Agosto 2014: partiamo per il nostro appuntamento annuale con gli amici del villaggio di Ilula, ma questo viaggio ci riserva delle grandi novità!
Intanto quest’anno siamo ben in 10 volontari, e la prima cosa stupenda è stata la gara di generosità dei nostri amici, ma anche di molte persone che nemmeno ci conoscono, che ci hanno donato montagne di capi di abbigliamento e di scarpe per riempire le 10 capienti valigie che viaggeranno con noi verso la Tanzania.
Il nostro non è esattamente un gruppo standard: andiamo dai 19 ai 72 anni, con alle spalle le storie e le esperienze più varie, ma tutti uniti dalla voglia di scoprire e di “fare qualcosa”.
Saremo ospitati come sempre nell’orfanotrofio dell’Ilula Orphan Program, e anche qui troviamo delle bellissime novità: molte delle ragazze più grandi hanno iniziato una loro vita indipendente nel villaggio e la casa IOP è ora gremita di bimbette che ci corrono tra le gambe festanti e riempiono l’atmosfera di gridolini e risate!
Ogni giorno ciascun volontario è impegnato nelle molte attività: chi insegna alla scuola materna, chi aiuta all’ospedale, chi lavora nella farm, chi in sartoria…
Ci sono da verificare i progetti già in corso e da discutere quelli di prossima realizzazione: i 2 quintali di artemisia raccolti (pianta che cura la malaria) devono essere messi a disposizione della popolazione, per cui bisogna decidere dove avviare il piccolo dispensario, ma dobbiamo anche incontrare il capo villaggio e coinvolgerlo nel progetto che ci porterà a realizzare un sistema di raccolta delle acque piovane alla scuola di Mtua.
Ma poi la sera, a casa, è come tornare in famiglia: cenare insieme condividendo il poco che c’è, tenere le nostre bimbe sulle ginocchia che giocherellano con le nostre mani mentre riviviamo e condividiamo le esperienze del giorno. Sandra e Chiara hanno assistito al loro primo parto all’Ilula hospital, Giulia ha ormai un fidanzatino alla pre-school, Luca ha aiutato a costruire la nuova cucina per la scuola superiore, Rosa ed Enrica hanno cucito le tende per la nuova biblioteca, mentre Giulia e Paola stanno prendendo appunti per la lezione di domani sui life skills alla Masukanzi Primary…
E ognuno di noi ha qualche “perché” irrisolto: succede sempre quando ti confronti con un mondo così diverso, così lontano e così in difficoltà.
Suggeriamo ai nostri amici di non cercare di dare una risposta per forza: in Africa bisogna venire senza avere la pretesa di capire tutto, senza avere la pretesa di “risolvere” qualcosa…è importante soprattutto osservare e accogliere, senza giudicare.
Con il tempo alcune risposte verranno, come quelle semplici che ci fornisce Berit, la coordinatrice della missione che vive qui da ormai oltre 12 anni e che guida la casa IOP.
Altre invece probabilmente non verranno mai, ma noi crediamo che l’esserci, il condividere, il mettersi al servizio dei poveri e rivedere la propria vita sotto una luce diversa valga di più di una razionale comprensione.
In fondo chi trae di più da questi viaggi, lo sappiamo tutti, siamo noi: la ricchezza che ci riportiamo a casa è talmente grande che è impossibile non star già pianificando il prossimo viaggio!
Deborah Busso